Nonostante le sue dimensioni ridotte, il Belgio è un vero e proprio scrigno di stili birrari, conosciuto per una delle culture birrarie più ricche al mondo e una straordinaria varietà di birre uniche e distintive.
Tra queste ci sono la birra d’abbazia e la birra trappista—nomi che evocano tradizioni secolari e stimolano l’immaginazione.
La pratica di produrre birra all’interno di istituzioni religiose ha giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione della birra ed è tutt’altro che esclusiva del Belgio. Tuttavia, questo piccolo paese europeo è giustamente celebrato come la culla e il custode di questa affascinante tradizione birraria.
Birra belga: birre d’abbazia e trappiste.
I monasteri furono i primi luoghi in cui la birra venne prodotta su larga scala. Assunsero questo ruolo all’epoca della caduta dell’Impero Romano e della diffusione del cristianesimo, quando la birra divenne un alimento essenziale—non solo una bevanda—per il sostentamento delle comunità religiose, specialmente in un periodo in cui il suo consumo era preferibile a quello dell’acqua, spesso poco salubre.
I monaci producevano birra per il proprio consumo quotidiano, ma il surplus era destinato ai pellegrini, ai poveri e a possibili acquirenti. Con il processo di secolarizzazione, gli ordini religiosi entrarono in crisi e persero il loro ruolo di guida nella produzione di birra. Tuttavia, le loro birre non scomparvero del tutto. Infatti, le birre legate a abbazie e monasteri sono ancora presenti sul mercato oggi, sebbene in forma diversa rispetto al passato.
Due termini vengono generalmente utilizzati per riferirsi alla birra prodotta all’interno di strutture religiose: “birra d’abbazia” e “birra trappista”. Entrambi derivano dal processo storico menzionato, ma hanno significati profondamente diversi, che spesso vengono confusi o fraintesi.
Cosa significa “birra d’abbazia”?
Il termine “birra d’abbazia” è piuttosto generico e implica un legame più o meno stretto con una struttura religiosa. L’uso dell’espressione birra d’abbazia è del tutto arbitrario: non dipende da regole di produzione specifiche e può essere riportato su un’etichetta senza particolari limitazioni.
Una “birra d’abbazia” può infatti essere prodotta all’interno di un monastero o da un birrificio esterno, non religioso, che ha acquisito una licenza per utilizzare il nome di un’abbazia esistente.
Il significato della “birra trappista”
L’espressione “birra trappista”, invece, è utilizzata esclusivamente per riferirsi alla birra prodotta dai birrifici dei monasteri dell’Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza, noti come trappisti. Inoltre, affinché una birra possa essere definita “trappista”, deve rispettare tre rigide regole:
- Il birrificio deve trovarsi fisicamente all’interno della struttura religiosa.
- La produzione della birra deve essere effettuata dai monaci, o almeno supervisionata da loro.
- La birra non deve essere prodotta per realizzare profitti; tutti i proventi delle vendite devono essere destinati a sostenere la comunità religiosa o donati in beneficenza.
Solo rispettando questi tre criteri è possibile ottenere il diritto di esporre il marchio esagonale dell’International Trappist Association sull’etichetta. Attualmente nel mondo esistono solo dieci birrifici trappisti attivi:
- Cinque in Belgio (Chimay, Orval, Westmalle, Westvleteren, Rochefort)
- Due nei Paesi Bassi (La Trappe e Zundert)
- Uno in Italia (Tre Fontane)
- Uno in Inghilterra (Mount St. Bernard)
- Uno in Austria (Engelszell).
La differenza tra le birre trappiste e le birre d’abbazia.
Come abbiamo visto, esiste una differenza sostanziale tra le birre trappiste e le birre d’abbazia:
Le prime devono rispettare regole di produzione particolarmente rigorose e devono necessariamente essere prodotte all’interno di un monastero dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza.
Le seconde, invece, possono essere prodotte in qualsiasi monastero e non devono avere per forza un legame diretto con il sito religioso: possono essere realizzate anche da un birrificio che ha semplicemente acquistato la licenza per utilizzare il nome di un’abbazia.
Birra d’abbazia: caratteristiche distintive
Per definizione, le birre d’abbazia possono essere molto diverse tra loro: il nome non indica uno stile specifico, ma solo caratteristiche molto generiche.
In genere, sono birre ad alta fermentazione, con un elevato contenuto alcolico e un profilo organolettico caratterizzato dai profumi e sapori dei lieviti. Presentano una buona attenuazione e una carbonazione piuttosto vivace.
In linea generale, rientrano nel vasto stile delle Belgian Strong Ales. Si possono distinguere in base al colore (dorate e scure), ma in teoria possono appartenere a qualsiasi stile birraio.
Birra trappista: caratteristiche distintive
Allo stesso modo, l’espressione “birra trappista” non indica uno stile birraio specifico, ma una birra che segue regole di produzione rigorose, senza riguardo per il sapore o l’aroma. Ciò significa che qualsiasi tipo di birra può essere una “birra trappista”. Tuttavia, nel corso dei secoli, alcuni stili sono emersi dai monasteri dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza:
Singel o Patersbier: storicamente, queste erano le birre prodotte per il consumo dei monaci, e anche oggi sono spesso disponibili solo nei monasteri. Sono birre chiare, relativamente leggere e facili da bere, ma al contempo complesse, con un ottimo equilibrio tra gli aromi di malto, luppolo e lievito.
Dubbel: nate nel Medioevo e riscoperte dopo l’era napoleonica, queste birre ambrate tendono a essere dolci, opulente ed eleganti, caratterizzate da note maltate (caramello, miele di castagno), fruttate (prugne, datteri) e speziate.
Tripel: prodotte per la prima volta dal birrificio Westmalle negli anni ’30, sono birre dorate, forti, secche e complesse. Nonostante la loro intensità, risultano facili da bere grazie al finale amarognolo conferito dal luppolo.
Quadrupel: di colore scuro e con un elevato contenuto alcolico, sono birre potenti e opulente, morbide e corpose, con un profilo aromatico molto ricco dovuto ai sottoprodotti della fermentazione (esteri e fenoli).
Come servire una birra belga d’abbazia o trappista
Poiché i termini “birra d’abbazia” e “birra trappista” non definiscono uno stile specifico, è impossibile stabilire linee guida rigide su come servirle. Tuttavia, possiamo menzionare alcune regole generali riguardanti la temperatura di servizio e il bicchiere.
In genere, queste birre hanno un elevato contenuto alcolico e sono piuttosto complesse, quindi non dovrebbero essere servite troppo fredde: una temperatura compresa tra i 12 e i 14 °C è ideale nella maggior parte dei casi.
Anche per motivi legati alla temperatura, il bicchiere ideale è il calice, che permette al liquido di riscaldarsi più rapidamente. Questo favorisce la formazione di una schiuma generosa, uno degli elementi estetici più caratteristici di molte di queste birre.